La pasta alla Gricia e la sua storia

Ci sono poi molte teorie sulla nascita della pasta alla Gricia (o Griscia ). La maggior parte la vede in guerra eterna tra  Grisciano e Amatrice, infatti spesso è definita come Amatriciana in bianco. Per altri il termine risale alla roma del ‘400 dove “Gricio” era l’appellativo con cui venivano indicati i panettieri, infatti “griscium” veniva utilizzato anche con particolare riferimento allo “spolverino” o “sacchetto” grigio che costituiva una sorta di divisa. L’appellativo Gricio, oltre al senso positivo del riferimento regionale, rapidamente assunse anche un altro significato dispregiativo, equivalente a burino, per indicare un uomo malvestito e di modi grossolani: i panettieri erano infatti soliti vestire in maniera alquanto trascurata sotto lo spolverino, in particolar modo durante il periodo estivo.

Per noi la pasta alla Gricia è la base di tutti i primi romani, ovvero al di là delle varie storie, siamo convinti che sia la prima pasta usata dai pastori che spostandosi con il loro gregge, portavano con loro pasta, guanciale, pecorino e pepe. Tutte le altre paste romane Matriciana, Cacio e Pepe, Carbonara non sono altro che delle varianti di gricia, e infatti noi ci divertiamo anche durante l’anno a modificarla con le nostre 50 sfumature di gricia.

Ed ecco la nostra ricetta:

 

 

Gricia

Per noi la pasta alla Gricia è la base di tutti i primi romani, ovvero al di là delle varie storie, siamo convinti che sia la prima pasta usata dai pastori che spostandosi con il loro gregge, portavano con loro pasta, guanciale, pecorino e pepe. Tutte le altre paste romane Matriciana, Cacio e Pepe, Carbonara non sono altro che delle varianti di gricia, e infatti noi ci divertiamo anche durante l’anno a modificarla con le nostre 50 sfumature di gricia.

 Ricetta per 4 persone

A pasta: 500gr tagliatelle fresche all’uovo
Er grasso: 300gr guanciale al pepe
Er cacio: 200gr di pecorino romano
Li connimenti: sale, pepe

Er Coco:
In una pentola mette l’acqua sur foco. Ner mentre taja er guanciale a striscioline e lo butta in una padella, dandoje sotto er foco basso e aspettanno che se fa dorato e scrocchiarello. Appena che l’acqua bolle la sala e ce butta la pasta che dopo tre minuti se tuffa drentro la padella pe amalgamasse cor guanciale, na spolverata de pecorino, na presa de pepe e manteca aiutandose co l’acqua de cottura. Impiatta drentro na scodella, cor connimento in bella vista, artro pecorino e soprattutto pepe quanto basta….Buon appetito

 

Idea per Pasqua

La coratella

Coratella



Ecco la #videoricetta per un secondo piatto ideale per la colazione pasquale o direttamente per il #pranzo di #Pasqua

Dopo la ricetta della torta della nonna paterna ecco una ricetta che è stata influenzata dalla nonna materna, perchè come diciamo sempre la cucina tradizionale è famiglia.

La #coratella di #abbacchio (#agnello da latte) è un secondo piatto della tradizione del #quintoquarto, infatti si tratta di #frattaglie e #interiora e comprende #polmoni, #cuore, #budella, #fegato e #milza. Il termine coratella deriva da “corata” che sta ad indicare le interiora dei grandi animali come il bovino, quindi la coratella indica le interiora di piccolo taglio, come l’agnello, il coniglio o il pollo (famose le #rigaglie). È un piatto molto diffuso in tutto il Centro Italia, Toscana, Umbria, Lazio e Marche, e la ricetta varia da zona a zona, può essere fritta, oppure servita in umido, cucinata con #cipolle (come la nostra ricetta) oppure con #carciofi (come nella tradizione laziale) e arricchita da varie erbe aromatiche quali l’alloro.
La #coratelladiagnello è un piatto povero tradizionalmente consumato durante il periodo #pasquale.

 

 

Ricetta per 4 persone

1kg corata di abbacchio
450gr cipolle
2 bicchieri di vino bianco
Salvia
Alloro
Rosmarino
Olio sale e pepe

Er Coco:
Lascianno er fegato a rodese da na parte, mette in un tegame a corata che prima a cubetti va tajata; ce butta insieme a metà de cipolle e massaggiando co le mano connisce co olio sale pepe e l’erbette belle belle. Appiccia er fuoco e mette su er tegame e aspetta che se rosola er tutto pure se c’ha fame. Mentre continua a rigira’ de vino ne butta solo la metà; quanno poi er pormone fa n’ fischio piano piano, aggiunge er fegato e l’artra cipolla mano a mano. Quanno pure er fegato a preso n’ bel colorito versa er resto der vino ner tegame pe’ fa er sughetto bello saporito. Abbassa er foco e mette su n’ coperchio e ogni tanto gira er tutto a mo de cerchio. Assaggia er sale er pepe e gira ancora finché nun passa armeno na mezz’ora, se serve aggiunge pure l’acqua calla pe’ fa si che nun se asciughi sta bella coratella….Buon appetito

 

 

#ercococlaudio #ricette #tradizione #saporidiroma #ricetta #roma #food #foodbloggeritaliani #cucinaromana

 

Torta di mele della Sora Marona



Torta di mele della Sora Marona

Ecco una delle #ricette da sempre più richieste, una di quelle che fino ad oggi non avevamo mai dato, forse per il suo valore affettivo. Questa è la #ricetta della torta di mele di nostra nonna Maria, da noi chiamata Marona, una torta che ha cresciuto generazioni e che ancora suscita ricordi indelebili E allora veramente con il cuore in mano vi regaliamo questo video e se la doveste preparare fateci sapere come vi è venuta. Daje

La ricetta

3 uova 1 intero 2 tuorli
100gr zucchero + quello per gli strati interni
125gr burro + più quello per ungere teglia
380gr farina 00
1 cucchiaino di lievito
1 pizzico di sale
4/5 mele

Er coco:
Pe’ fa sta pasta frolla nun serve n’pasticcere, ma l’amore de nonna Marona e tanto core. Mentre che aspetta che er burro ammorbidisce, taja e mele a fette fine e lisce. E mette a scola’ dall’acqua in più e poi accenne er forno a 180 ma si è statico pure un po’ più su. A sto punto comincia a fa l’impasto solo a mano senza fruste, mette l’ova lo zucchero e dopo na girata aggiunge er burro e pure er lievito e da na bella amalgamata. N’friccico de sale pe’ passione e poi giù de farina a profusione. Appena che na palla se creata ne stacca n’pezzo grosso e sur banco va spianata. Ora tocca n’burra na tortiera pe fa si che nu se rompa e resti intera. Ce mette drentro er pezzo che ha spianato e poi cor dito schiaccia tutto pe fa sì che er bordo venga sollevato. Appena che a frolla ha occupato tutta la tortiera, inizia a fa no strato de mele come na raggiera poi aggiunge zucchero e appresso ancora mele e continua a riempi fino a che all’orlo sale. Ora co l’artra pasta tocca fa er coperchio e perciò la stenne fino a fanne n’cerchio. Una vorta che la torta c’ha er cappello lo sigilla co l’albume sur pennello. Mo che la torta è bella incernierata nun je resta che na mezz’ora de ‘nfornata…. Buon appetito

 

Giornata della carbonara

Oggi per festeggiare questo delizioso piatto, in attesa di riaprire vi regaliamo la nostra ricetta, con tanto di video:

Se provate a farla mandateci le foto o pubblicatele sui social con il nostro tag. Daje

Vignarola

La vignarola è un tipico piatto primaverile della tradizione contadina laziale e nasce originariamente come contorno. Ci sono diverse credenze in merito alla storia della vignarola, noi per esperienza familiare sappiamo che nel periodo primaverile, i vignaioli preparavano un piatto a base di legumi e verdure dell’orto tra cui lattuga romana, cipollotto, asparagi, fave, piselli e volendo carciofi. Spesso viene mangiata con l’aggiunta del guanciale o come minestra.